Filippo, secondo fonti storiche, era di origine Siriane. Nato nel 40 d.c. a Cesarèa Marittima, una città portuale risalente al 10a.c. oggi ricadente nello stato di Israele, fu educato secondo canoni cristiani. All’età di 24anni lascia la siria alla volta di Roma per seguire San Pietro che ritroverà nella capitale dell’impero. Qui fu educato dallo stesso Pietro alla comprensione dei dialetti e delle lingue per poi affidargli l’incarico di andare ad Agira, in Sicilia, per predicare il vangelo e liberare l’isola dai Demoni (Forse uomini di fede araba). La stessa cosa fece con Pancrazio mandandolo a Taormina, Marciano a Siracusa e Berillo a Catania. Nel suo viaggio verso Agira, Filippo, tocco diversi paesi come Faro a Messina, Valle Longa oggi San Filippo superiore e inferiore a Messina, Limina, Roccafiorita, Bidium o Fenice oggi Calatabiano dove sostò per qualche tempo. Proseguendo passò nella Contrada Castrorao, oggi monte San Filippo in Calatabiano dove sorge la Chiesa, quindi Castiglione di Sicilia, Randazzo, Adrano per poi giungere ad Agira dopo aver percorso l’Etna da Nord a sud. Nel suo pellegrinaggio diversi furono i miracoli e le esorcizazioni da lui eseguiti. Morì ad Agira il 12 maggio del 103 d.c. Al Santo vengono attribuiti infiniti miracoli in vita e dopo la morte. Oggi viene festeggiato ed onorificato in diverse località della Sicilia e non solo. Tra i i miracoli vorrei citarne uno. E’ capitato spessoche il fercolo con la sua Statua sia sfuggita ai portantini per cozzare contro la porta di malati gravi che subito dopo sono guariti o nelle case di posseduti per liberarli dal demonio. Altre volte che il fercolo (struttura atta a portare la statua, o simulacro, del santo)stesso cadesse travolgendo i portatori scettici per poi guarirli e convertirli. Ho scelto questo come miracolo perchè rappresenta il comune denominatore del modo con cui i devoti celebrano le feste odierne.
Calatabiano non fà da meno. Infatti il modo operandum della festa, intitolata al santo, è quello di estremizzare il percorso che i portantini del simulacro devono affrontare per portarlo dalla sua posizione originaria, ovvero dalla Chiesa SS Crocefisso al Castello sul monte San Filippo, sino la chiesa Madre in paese. Il percorso si snoda tra curve e ripide discese in terra battuta ove il pericolo di inciampare o scivolare è costante lungo tutta la discesa. La festa ha inizio il secondo sabato di Maggio per proseguire, con diverse manifestazioni collaterali come la sagra del Nespolo, per tutto il mese. La discesa vera e propria del Santo avviene il terzo Sabato di Maggio e tutto inizia dalla Chiesa eretta dove San Filippo soggiornò prima di raggiungere Agira. Da lì i portatori, persone con anni ed anni di esperienza iniziati sin da giovanissimi, si preparano secondo tradizionali riti circondati da centinaia e centinaia di fedeli raccolti lungo il percorso. Al suono di tre colpi di cannone il fercolo, con il simulacro del santo, sostenuto dai portatori parte alla volta del paese scendendo a velocità sostenuta lungo il percorso affollato di gente che ammira con passione e devozione il suo passaggio. Il tutto si esaurisce in 15min. Raggiunto il paese esso viene accolto al grido di “Evviva San Fulippu” quindi portato nella chiesa Madre del paese dove rimarrà fino alla Domenica della settimana successivo giorno in cui verrà affrontata la salita per riportarlo nella chiesa SS Crocifisso al Castello chiudendo così festeggiamenti in suo onore.
Il consiglio di viaggio è quello di essere lì il Sabato intorno le 3 così da poter salire sù al Castello Saraceno, sopra la Chiesa di San Filippo, per ammirare le sue rovine, rilassarsi e godere dello spettacolare panorama che da lì è possibile scorgere sulla baia di Giardini-Naxos, Taormina e Castelmola. Ma non solo, la prospettiva che si ha sul monte Etna incorniciato dalle rovine del Castello ne fà un punto di vista per scatti fotografici di effetto. Tenendo presente che la discesa inizia intorno alle 18:30 è consigliabile essere vicino la chiesa almeno mezzora prima così da assistere al rito preparatorio quindi posizionarsi più giù lungo la discesa, ove possibile stare in sicurezza, per calarsi nell’atmosfera che si viene a formare prima e durante la discesa. Al passaggio del Santo e della folla che lo segue, avviarsi dietro di loro sino al paese.Se non si è avuta la fortuna di assistere alla discesa, che rappresenta la manifestazione più coinvolgente, è possibile assistere alla sua “acchianata” o salita che in ogni caso, regala delle emozioni forti scatenate proprio dalla forte devozione che i fedeli di Calatabiano hanno verso il Santo. E’ così tanto sentita questa tradizione che esiste anche una discesa per i bambini che vengono preparati e caricati con un simulacro così da potersi preparare per il futuro.